“A chi distribuirò il prossimo pallone?” Forse è questo il pensiero principale di un palleggiatore, il ruolo chiave di una squadra di pallavolo e fondamentale per lo sviluppo di un buon gioco. Chissà se la stessa domanda è nella mente di Francesca Ferretti, regista della Liu Jo Modena e della Nazionale azzurra alle prossime qualificazioni olimpiche.
Come hai iniziato a giocare a pallavolo?
Ho iniziato a giocare a pallavolo all’età di 11 anni circa dopo aver praticato ginnastica artistica e nuoto. Mio papà da ex giocatore di serie A e allenatore mi accompagnò nella palestra di fianco casa dove faceva i corsi di mini volley e allenava un suo amico.
Che cosa ti piace di più, e cosa meno, del tuo ruolo di palleggiatrice?
Senza ombra di dubbio è il ruolo più affascinante e bello, ma credo anche il più difficile. Mi piace il fatto di poter smarcare l’attaccante e far girare la palla. Non mi piace il fatto che non ti puoi concedere neanche un secondo di “distrazione” visto che tutto parte da noi e per ogni azione tocchiamo la palla.
Come si svolge la tua giornata tipo da atleta?
La giornata tipo è abbastanza semplice: sveglia, colazione, poi in palestra dove di solito si fanno pesi o un’oretta di tecnica. Poi pranzo, riposo e di nuovo in palestra per l’allenamento globale, che è più lungo, di solito 2/3 ore. Poi cena e relax. Capita anche di uscire se la mattina dopo è libera, per cena in compagnia.
Quali sono i tuoi punti di forza e gli aspetti, invece, in cui pensi di poter ancora migliorare come palleggiatrice?
Questa è una bella domanda e mi piacerebbe molto che fossero gli altri a dirmelo, ma pensandoci io posso migliorare ancora in tutto, dalla distribuzione alla precisione; penso invece che un mio punto di forza sia la tranquillità nello stare in campo.
L’anno scorso hai giocato per la prima volta in un campionato estero, a Baku, con la maglia del Rabita. Come viene vissuta la pallavolo in Azerbaijan rispetto all’Italia?
In Azerbaijan c’è poca cultura sportiva, loro vorrebbero solo vincere senza avere dietro una programmazione ed uno staff organizzato, cosa che ritengo fondamentale in un club soprattutto che punta a vincere. Vivono la pallavolo come business, purtroppo il campionato là era composto da poche squadre e anche questo fatto rendeva la competizione meno “attiva” rispetto ad un campionato a 10/12 squadre.
Nella tua carriera hai vinto molti trofei con molte squadre diverse. C’è, tra tutte, una vittoria a cui sei maggiormente affezionata?
Ho vinto tanti trofei con due maglie, Pesaro e Piacenza. Tutte le vittorie sono state meravigliose e uniche, ma penso che il primo scudetto sia quello emotivamente più bello ed emozionante che io possa ricordare.
Ci sono mai stati alcuni momenti della tua carriera in cui hai pensato di lasciare la pallavolo?
Sì ci sono stati. Nei primi anni fuori casa ho avuto anche un piccolo esaurimento nervoso, ma sono cose che si superano con l’aiuto della famiglia e degli amici. Oppure dopo un infortunio brutto ho avuto paura di non poter rientrare come prima, invece non è stato così, sono rientrata ed anche più forte!
Che cosa ti piace fare nel tempo libero, quando sei lontana dal taraflex?
Prima di tutto mi piace riposare, vivere la casa, guardare un bel film sul divano. Poi, come tante ragazze, amo lo shopping, uscire con gli amici anche a cena o a bere qualcosa. Poi amo gli animali, specialmente i cani, e quando posso mi tengo la mia Puffa e me la “spupazzo” un po’. Mi piace molto anche passare del tempo con la mia famiglia.
Per quali motivi, secondo te, un giovane che si approccia per la prima volta allo sport dovrebbe scegliere la pallavolo rispetto ad altre discipline?
Penso che la pallavolo sia uno sport che, oltre ad essere bellissimo, possa insegnare e dare molto ai ragazzi: dallo stare insieme al condividere gioie e dolori, dal rispetto per le regole alla convivenza in gruppo. E poi è proprio uno sport sano.
Se non fossi diventata una palleggiatrice, in quale altro ruolo ti sarebbe piaciuto giocare?
Mmmm… Bella domanda, forse schiacciatrice ricevitrice. Un ruolo molto completo dove devi essere tecnica in tutti i fondamentali.